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Testo Spugne
Testo Spugne
Le spugne galleggiano un po,assorbono assorbono ma tutto ciò che assorbe affonda ed io affonderò prendo un po di calma,voglio stare a galla come quella volta alla porta di Ramallah ho chiuso gli occhi,ho aperto il mio cuore perché ogni giorno qualche cosa nasce e qualche cosa muore,e porto con me il dolore che viene da lontano,lontano è un richiamo (x2)
io tornavo a casa già distrutto,ripensavo a tutto canticchiavo il brutto il bello e il bello e il brutto e lavoravo in lutto di quello che ora è andato e quello che ho perduto,perché non siamo niente e io sono un sopravvissuto ma il cuore va il cervello va vanno i nervi e i muscoli siamo cosi forti,fragili e minuscoli e non importa se avrò vinto o perso io sono diverso,accendo il fuoco ho visto loco anche se scherzo e qualcosa dentro è morto,e prende lo sconforto,il sogno è già finito ed era cosi corto,dove volevo andare?cose volevo fare?dovevo perderlo il mio sguardo e poi dimenticare,ma resto ancora qui,tra l'esplosione e il fumo se non la faccio io sta strada non la fa nessuno,no pezzettino vero mia poesia in questa città ci manca molta fantasia per sopportare la realtà
RIT.
ora assalti che dice che dice?litanta che dice?io senza lotta non so essere felice e a roma che si dice?(che si dice)la vita che dice?ho un segno in faccia che non è una ruga è una cicatrice,e credo ancora credo sempre credo a tutto,come un neonato,qualcosa è morto ma qualcosa è anche nato,e torno a casa nel macello canticcihiando il bello il brutto il brutto e il bello dentro al mio cervello,a Calizano un coltello che ho sempre in mezzo ai denti,non lo cambiamo il mondo lo lasciamo tutto come ai mezzi eventi,tra palazzine affari e luci delle insegne,chi vedo?vedo i miei le persone degne e lascio i dubbi filosofici ho la mia disciplina faccio i miei gesti meccanici parlo con la rima con una voce dentro dagli abissi del vento,qualcuno da laggiù mi ha lasciato un testamento e resto ancora qui,tra l'esplosione e il fumo se non la faccio io sta strada non la fa nessuno,no pezzettino vero mia poesia in questa città ci manca molta fantasia per sopportare la realtà
RIT.
io tornavo a casa già distrutto,ripensavo a tutto canticchiavo il brutto il bello e il bello e il brutto e lavoravo in lutto di quello che ora è andato e quello che ho perduto,perché non siamo niente e io sono un sopravvissuto ma il cuore va il cervello va vanno i nervi e i muscoli siamo cosi forti,fragili e minuscoli e non importa se avrò vinto o perso io sono diverso,accendo il fuoco ho visto loco anche se scherzo e qualcosa dentro è morto,e prende lo sconforto,il sogno è già finito ed era cosi corto,dove volevo andare?cose volevo fare?dovevo perderlo il mio sguardo e poi dimenticare,ma resto ancora qui,tra l'esplosione e il fumo se non la faccio io sta strada non la fa nessuno,no pezzettino vero mia poesia in questa città ci manca molta fantasia per sopportare la realtà
RIT.
ora assalti che dice che dice?litanta che dice?io senza lotta non so essere felice e a roma che si dice?(che si dice)la vita che dice?ho un segno in faccia che non è una ruga è una cicatrice,e credo ancora credo sempre credo a tutto,come un neonato,qualcosa è morto ma qualcosa è anche nato,e torno a casa nel macello canticcihiando il bello il brutto il brutto e il bello dentro al mio cervello,a Calizano un coltello che ho sempre in mezzo ai denti,non lo cambiamo il mondo lo lasciamo tutto come ai mezzi eventi,tra palazzine affari e luci delle insegne,chi vedo?vedo i miei le persone degne e lascio i dubbi filosofici ho la mia disciplina faccio i miei gesti meccanici parlo con la rima con una voce dentro dagli abissi del vento,qualcuno da laggiù mi ha lasciato un testamento e resto ancora qui,tra l'esplosione e il fumo se non la faccio io sta strada non la fa nessuno,no pezzettino vero mia poesia in questa città ci manca molta fantasia per sopportare la realtà
RIT.
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